Bambini 9-12 anni

COMPETENZE E SVILUPPO PSICOFISICO DI BAMBINI 9-12 ANNI

A questa età il bambino:

  1. organizza e gestisce i proprio corpo nello spazio e nel tempo, migliora il proprio senso di equilibrio e la coordinazione motoria, usa le capacità di forza coordinazione e attenzione;
  2. esprime gli stati d’animo, affina la propria capacità di comunicazione mimico – gestuale, coordina e usa schemi motori, sviluppa la padronanza della comunicazione non verbale, migliora la capacità di espressione corporea, sviluppa la consapevolezza del proprio schema corporeo;
  3. sviluppa la capacità di collaborazione e di ascolto dell’altro, agisce nel rispetto di se e degli altri;
  4. sperimenta il rilassamento e percepisce gli stati del corpo nella calma e nello sforzo, esprime e controlla le proprie emozioni.

 

Le attività per raggiungere questi obiettivi nel golf sono:

  1. migliora il gesto atletico dal punto di vista tecnico, equilibrio, sequenza;
  2. con il miglioramento dell’espressione corporea lascia intravedere la propria personalità sul campo, in allenamento e in gara;
  3. aumenta lo spirito di squadra nelle competizioni collaborando e ascoltando i consigli degli altri.
  4. il bambino giocatore impara a controllare le proprie emozioni di fronte ai problemi che il gioco gli pone senza lasciarsi andare a gesti di stizza e incontrollati.

 

È compito dell’educatore curare il legame che c’è tra lo star bene con se stessi e l’espansione verso gli altri in un corretto approccio non violento, dove il confronto con le differenze porta alla scoperta delle possibilità che queste offrono.

Con le attività di gioco, il maestro deve proporre anche modi di sentire il proprio corpo “capace di”, promuovendo così un atteggiamento di tutela dello stesso e di ricerca di una gratificazione rivolta alla propria autostima.

Il corpo è il primo tramite di un incontro con l’altro, oltre le lingue o le differenze.

Fino a questa età il golf, come tutti gli altri sport, deve essere praticato per divertimento. È l’insegnante che deve essere capace di renderlo piacevole e gratificante. Il compito più difficile del maestro è rendere consapevoli i genitori del “modus operandi” da utilizzare con i propri figli.

Spesso infatti ci troviamo di fronte a genitori che, con l’intento di fare del bene e con il desiderio di vedere i propri figli emergere come campioni, diventano per i bambini stessi assillanti, al punto tale da rendere lo sport non più un momento piacevole di svago e di confronto con gli altri, ma un problema vero e proprio che rischia di ottenere così effetti opposti.

Queste premesse sono necessarie per far si che il bambino si appassioni allo sport. Intorno ai 12 anni egli inizierà ad essere più consapevole delle proprie abilità e competenze, la passione per lo sport gli incrementerà il desiderio di specializzarsi ulteriormente e lo renderà più disponibile ad un allenamento più impegnativo che è necessario per il raggiungimento dei risultati.

In seguito, nell’età adolescenziale potrà affinare la tecnica di gioco, prendere coscienza dei propri mezzi e soprattutto capire meglio quali sacrifici comporta il raggiungimento di obiettivi sempre più prestigiosi.

È compito del maestro far prendere coscienza al ragazzo le proprie abilità e i propri limiti, guidandolo in un percorso ricco di obbiettivi raggiungibili passo dopo passo e non impossibili così facendo il ragazzo avrà un idea chiara di se stesso rispetto agli altri.